Cioccolato: cos’è e cosa non è
Siamo portati a chiamare “cioccolato” tutto ciò che ne contenga delle tracce. Ma il cioccolato propriamente detto è quello realizzato con determinati ingredienti – dei quali abbiamo parlato qui – ad esempio consideriamo esclusivamente il cioccolato fondente.
Siamo portati a chiamare “cioccolato” tutto ciò che ne contenga delle tracce. Ma il cioccolato propriamente detto è quello realizzato con determinati ingredienti – dei quali abbiamo parlato qui – ad esempio consideriamo esclusivamente il cioccolato fondente.
Cioccolato: un alleato per la sindrome pre-mestruale
Il cioccolato è spesso circondato da false accuse e si teme che possa nuocere alla linea e alla salute. La verità, invece, è che il cioccolato svolge diverse funzioni benefiche: una fra queste è la sua utilità nei giorni che precedono le mestruazioni.
Durante la fase pre-mestruale, moltissime donne avvertono il craving per dolciumi e cioccolatini. Ciò è dovuto alla diminuzione piuttosto rapida del progesterone, ormone che prevale nella seconda metà del ciclo mestruale (dopo il 14°-15° giorno, cioè dopo l’ovulazione) e diminuisce poi nel giro di 5-7 giorni, proprio quelli che precedono la mestruazione. In questi giorni, si presenta un quadro sintomatico vario e differente da donna a donna chiamato sindrome pre-mestruale.
È molto comune avvertire attacchi di fame, in quanto il calo del progesterone causa alterazioni della glicemia. Il craving per cibi zuccherini può dipendere quindi da questo e dagli sbalzi d’umore causati dalle fluttuazioni ormonali, che inducono a rifugiarsi nella coccola di un dolcetto e nella consolazione degli zuccheri in esso contenuti.
Effetto psicologico del cibo
Come scrive Anna D’Eugenio: «Gli alimenti, per essere veramente efficaci, devono essere scelti tenendo presenti le necessità contingenti del corpo, che sono psichiche e somatiche».
Non bisogna quindi sottovalutare l’importanza psicologica di un gesto come quello di concedersi un pezzo di cioccolato. I significati di cui lo carichiamo (momento di relax, coccola, trasgressione, ricarica) sono molto forti e persino capaci di instaurare una ricerca costante che erroneamente chiamiamo dipendenza. Essa infatti non è una dipendenza patologica, non è dovuta agli effetti delle molecole psicoattive contenute nel cioccolato, bensì alla sua gradevolezza.
Il cioccolato fa ingrassare?
Bisogna, in ogni caso, tener conto del contenuto in grassi e zuccheri del cioccolato e della sua densità calorica. Un piccolo pezzettino di cioccolato contiene molte calorie e le sue ridotte dimensioni possono ingannarci e spingerci a consumarne “solo un altro po’”, senza renderci conto che stiamo esagerando.
Occorre allora orientarsi su varietà di cioccolato povere di zucchero, cioè con il 70% di cacao o superiore: così la dipendenza da cioccolato non è nociva per la salute e possiamo indulgere nella sua coccola con più tranquillità.
Sindrome pre-mestruale e magnesio
Il craving per il cioccolato in particolare potrebbe avere anche origine nell’aumentato fabbisogno di magnesio che le donne hanno in questa fase del ciclo mestruale.
Il magnesio contenuto nel cioccolato, infatti, agisce come miorilassante, cioè aiuta a rilassare quei muscoli che solitamente sono tesi per via della sindrome pre-mestruale.
Il magnesio è inoltre coinvolto nelle reazioni dell’organismo volte a contrastare lo stress e, in due studi condotti su piccola scala, si è osservato che il cioccolato è capace di ridurre i livelli di cortisolo urinario e salivare, indici di stress.
Inoltre, grazie all’azione serotoninergica della teobromina, il cioccolato sembra avere effetto calmante sull’umore ipereccitabile e sulla tendenza ad ansia e nevrosi. Esso agirebbe insomma come una sorta di stabilizzatore dell’umore: motivo in più per ricercarlo durante una fase delicata come quella pre-mestruale.
Consumarne un paio di quadratini al giorno in quei 5-7 giorni che precedono la mestruazione può anche facilitare l’aderenza a un eventuale piano alimentare impostato per il dimagrimento, evitando che si “sgarri” con altri dolciumi più zuccherini. Via libera, dunque, al cioccolato terapeutico!
Bibliografia
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