La pandemia da Sars-CoV-2, che ci affligge ormai da quasi un anno, ha rimesso al centro del dibattito pubblico il tema delle vaccinazioni.
I vaccini sono sicuri?
Le notizie che raccontano della più o meno prossima realizzazione di un vaccino, in grado di interrompere la circolazione e la diffusione del virus, sono certamente, nei mass media e nei diversi strumenti social, le più ricercate e lette.
Per chi ha sempre creduto nell’utilità dello strumento vaccinale, sulla base di solide evidenze scientifiche, è già questo un elemento importante, capace di chiarire definitivamente come il vaccino, quando si riesca a realizzarlo, sia lo strumento più sicuro, più efficace e più rapido per combattere le patologie infettive.
E sottolineo sicuro, perché, sebbene non passi giorno nel quale se ne annuncia l’imminente disponibilità, abbiamo già evidenze, come nel caso della sospensione della sperimentazione di AstraZeneca, di come, prima dell’autorizzazione alla distribuzione, vi sia un’accurata valutazione di ogni possibile effetto non previsto e della possibile relazione causa-effetto.
Basterebbe questo per convincere gli scettici che “Big Pharma” non è la Spectre, e che, nonostante pressioni politiche e economiche, prima che un vaccino sia licenziato per l’uso bisogna superare fasi di valutazione lunghe e assai attente.
Vaccini e immunità di gregge
Che il vaccino sia auspicabile, se non necessario, ce lo ricordano i tentativi, si pensi a Boris Johnson e non solo, di contrastare la pandemia attraverso la “libera” diffusione del Sars-CoV-2, per stimolare la cosiddetta immunità naturale e realizzare l’immunità di gregge.
Questa strategia, almeno all’inizio della pandemia, ha prodotto un enorme sovraccarico del sistema sanitario e tanti morti, e ha dovuto lasciare il passo ai tentativi di contenimento dell’infezione attraverso il lockdown e le diverse misure di restrizione.
Allora speriamo, tutte e tutti, nel vaccino, per tornare alla libertà repressa se non dimenticata. Ma in attesa, un’attesa che può essere lunga, cosa dobbiamo fare?
Cosa possiamo fare in attesa del vaccino?
Intanto seguire le indicazioni degli esperti, piaccia o no, e quindi utilizzare mascherine e distanziamento sociale, soprattutto nei luoghi chiusi.
Ma, soprattutto, vaccinare i nostri figli per le vaccinazioni obbligatorie, che hanno subito un rallentamento pericoloso per via delle restrizioni, e vaccinare loro, e vaccinarci tutti, contro l’influenza.
Occorre vaccinarsi contro l’influenza?
Il vaccino per l’influenza, dai sei mesi di vita in poi, e, ricordo, anche nelle donne gravide, è sicuro e ha almeno due motivi in più per essere accettato e praticato.
Il primo è evitare i possibili effetti di una co-malattia influenza/Covid-19, i cui esiti non conosciamo, ma che potrebbero essere assai gravi e rendere anche più “cattivo” il Sars-CoV-2 che, oggi, sembra meno aggressivo.
Il secondo è rendere più facile l’individuazione e la diagnosi della patologia Covid-19, se riusciamo a ridurre la circolazione dell’influenza.
Oggi, i nostri bambini sembrano risparmiati dalla malattia Covid-19, ma l’influenza li può far ammalare e rendere la situazione molto più complicata, per loro e soprattutto per i più anziani, per i quali l’influenza, si sa, è già più pericolosa, così come per chi, pur non anziano, è affetto da patologie.
Vogliamo proteggere soprattutto i più deboli e serve lo sforzo di tutte e tutti, anche di quelli che magari si sentono sani e invincibili, ma che dimenticano che dobbiamo essere tutti parte di una comunità davvero solidale.

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