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09 Set 2019

ArchAIDE, un’app per ricostruire le storie raccontate dai frammenti di ceramica

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni
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Il materiale con cui gli archeologi lavorano più spesso è la ceramica: una volta sepolta è resistente a buona parte delle forme di degrado, può essere datata e fornire importanti informazioni cronologiche e la sua composizione mineralogica insieme alla forma e alla decorazione (anche di frammenti) può dire molto sul periodo e la civiltà che l’hanno prodotta. L’ideale sarebbe poter confrontare i reperti ceramici appena scavati con quelli già ritrovati, per poter procedere più velocemente nello studio di un sito. Come si fa attualmente tutto questo? Confrontando la letteratura e pesanti cataloghi conservati nelle biblioteche di tutto il mondo. È possibile che nell’era dei Big Data e dell’intelligenza artificiale non ci sia una soluzione a tutto questo? L’applicazione per smartphone e tablet ArchAIDE è la risposta a questa esigenza di velocità, efficienza e condivisione del sapere archeologico.

Il materiale con cui gli archeologi lavorano più spesso è la ceramica: una volta sepolta è resistente a buona parte delle forme di degrado, può essere datata e fornire importanti informazioni cronologiche e la sua composizione mineralogica insieme alla forma e alla decorazione (anche di frammenti) può dire molto sul periodo e la civiltà che l’hanno prodotta. L’ideale sarebbe poter confrontare i reperti ceramici appena scavati con quelli già ritrovati, per poter procedere più velocemente nello studio di un sito. Come si fa attualmente tutto questo? Confrontando la letteratura e pesanti cataloghi conservati nelle biblioteche di tutto il mondo. È possibile che nell’era dei Big Data e dell’intelligenza artificiale non ci sia una soluzione a tutto questo? L’applicazione per smartphone e tablet ArchAIDE è la risposta a questa esigenza di velocità, efficienza e condivisione del sapere archeologico.

 

ArchAIDE è l’acronimo di ARCHaelogical Automatic Interpretation and Documentation of cEramics ed è un’applicazione che ha come obiettivo il riconoscimento e la classificazione di frammenti di ceramica attraverso il confronto di una fotografia scattata con un dispositivo mobile, accompagnata da alcune informazioni e confrontata con un database internazionale. Come funziona esattamente? Il frammento ritrovato viene fotografato e le sue caratteristiche sono, quindi, inviate a una collezione comparativa. A questo punto è attivato un sistema di riconoscimento automatico dell’oggetto che porterà a una risposta contenente tutte le informazioni rilevanti sulla ceramica e alla conservazione dei nuovi dati in un database on line a disposizione di tutti gli studiosi.

 

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L’app è il risultato di un progetto, finanziato dall’Unione Europea, a cui hanno partecipato i ricercatori, informatici, progettisti e video maker di Germania, Israele, Spagna, Regno Unito e Italia. Il nostro paese ha dato il suo contributo grazie al lavoro del CNR-Istituto di Scienza e tecnologie dell’informazione e del Laboratorio MAPPA del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa.
Francesca Anichini, project manager di ArchAIDE che ha presentato l’app al XXV meeting annuale dell’Associazione europea degli archeologi (EAA) di Berna, ha spiegato alcuni dettagli del sistema: “La app è stata sviluppata per riconoscere sia i frammenti decorati, sia quelli privi di decorazione. Al momento l’accuratezza del riconoscimento è intorno al 75%, ma sarà proprio grazie al sempre più ampio utilizzo da parte degli utenti che il sistema riuscirà a migliorare la propria performance, e da questo punto di vista stiamo già lavorando alla costruzione di un network di università, centri di ricerca e aziende che potranno contribuire all’arricchimento del database”.

 

ArchAIDE può essere già scaricata gratuitamente da GooglePlay e AppStore. Mi auguro che il suo utilizzo si diffonda in modo tale che, il training della rete neurale che ne permette il funzionamento e l’aumento dei dati a disposizione, possano farlo divenire realmente quello strumento innovativo che potrebbe essere di supporto al lavoro dell’archeologo.

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna.
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