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20 Nov 2017

Audubon, sulle ali del mondo

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni
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Il titolo del post di oggi riprende il nome di una graphic novel pubblicata qualche mese fa in Francia. Le parole di Fabien Grolleau e le tavole di Jérémie Royer, nel volume edito Nobrow Press, riportano in vita un personaggio forse poco conosciuto qui in Italia ma la cui esistenza ha molto da insegnarci.

Copertina di “Audubon, On The Wings of the World”

 

 

Il titolo del post di oggi riprende il nome di una graphic novel pubblicata qualche mese fa in Francia. Le parole di Fabien Grolleau e le tavole di Jérémie Royer, nel volume edito Nobrow Press, riportano in vita un personaggio forse poco conosciuto qui in Italia ma la cui esistenza ha molto da insegnarci.

 

 

Chi è John James Audubon? Un ornitologo, artista e naturalista vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo e la sua vita, un po’ come quella di Maria Sibylla Merian non fu priva di alti, bassi, viaggi e avventure. Audubon nacque nel 1785 a Les Cayes, Santo Domingo, l’attuale Haiti, figlio illegittimo di un mercante francese e di una donna creola. A soli 4 anni, dopo la morte della madre, fu portato a Coueron, vicino Nantes, e cresciuto dal papà e dalla matrigna. Ebbe un’infanzia felice, con l’opportunità di esplorare la natura, collezionando e disegnando nidi di uccelli, uova e altri piccoli tesori che la vita all’aria aperta gli riservava.

 

 

Purtroppo, a soli 14 anni, venne rispedito in America per curare le proprietà di famiglia, una fattoria vicino a Philadelphia che perse a causa della poca esperienza. John James non aveva il fiuto per gli affari ma continuava a coltivare la sua passione per gli uccelli, armandosi di matita e taccuino e (ahimè) anche di fucile. Pian piano l’artista iniziò a capire quale fosse la sua strada e, nonostante alcuni guai – finì in prigione per i debiti accumulati dalla cattiva gestione dei suoi beni – decise di dedicarsi completamente all’illustrazione. Per mantenersi realizzò ritratti e per un po’ svolse anche il mestiere di tassidermista, sicuramente molto utile ai suoi studi. Anche Lucy Bakewell, sua moglie, sposata nel 1808, lo sosteneva lavorando come governante e insegnante di scuola.

 

 

L’incontro con Alexander Wilson, il padre dell’ornitologia americana, fu illuminante per Audubon ma solo dopo 10 anni capì di poter realizzare una pubblicazione con le sue opere. A questo punto cercò dei finanziatori e li trovò in Inghilterra, proprio in quell’Europa che aveva dovuto abbandonare anni prima. Dopo tanti viaggi, su e giù tra Nuovo e Vecchio Mondo, con l’aiuto di Joseph Mason, disegnatore di piante e insetti, di suo figlio e di Victor Gifford, che supervisionò la parte commerciale e di stampa, The Birds of America vide la luce.

 

 

 

Falco pellegrino - Audubon

 

 

Tavola 16 di “The Birds of America” – Falco pellegrino (Falco peregrinus) Fonte: John James Audubon [Public domain], via Wikimedia Commons

 

 

Nel 1838 fu pubblicato questo volume che conteneva 435 stampe dipinte a mano di 1065 uccelli appartenenti a 489 specie. Come nel caso di Merian, l’accoglienza della critica fu piuttosto tiepida: i lettori non erano abituati a disegni che mostrassero ambiente ed etologia di un animale, un approccio rivoluzionario per l’epoca.

 

 

Il suo lavoro non finì qui: pubblicò anche la propria esperienza di osservatore ne Ornithological Biography, 5 volumi stampati tra il 1831 e il 1839, una versione “tascabile” di The Birds of America e The Viviparous Quadrupeds of North America. Divenne così un personaggio stimato e la sua eredità è ancora oggi viva: nel 1905, a 54 anni dalla sua morte, fu fondata la National Audubon Society, una grande e attiva organizzazione che si occupa di conservazione degli ecosistemi attraverso i suoi 600000 membri e i più di 100 santuari e centri naturalistici sparsi in tutto il territorio statunitense.

 

 

 

 

 

La storia rocambolesca di John James Audubon ci insegna che l’arte può cambiare il mondo: le sue bellissime opere hanno saputo raccontare gli uccelli e il loro habitat e hanno ispirato talmente tanto chi ne è venuto a contatto da far scaturire il desiderio di costruire un progetto grandioso che potesse salvaguardare quell’universo così ricco, sorprendente e incontaminato.

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna.
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