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25 Giu 2018

Behind the scenes: una donna misteriosa e una tavolozza da scoprire

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni
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Una selva di oggetti, una collezione in primo piano in una sorta di palcoscenico in cui sembra dominare l’horror vacui, l’orrore del vuoto. Una confusione inquietante intervallata da figure umane e nature morte: tutto questo e molto altro è l’opera The Paston Treasure, recentemente analizzata dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Proprio quell’inquietudine data dalle strane sfumature di colore e dal sovraffollamento dell’immagine hanno guidato gli scienziati verso una scoperta misteriosa.

Una selva di oggetti, una collezione in primo piano in una sorta di palcoscenico in cui sembra dominare l’horror vacui, l’orrore del vuoto. Una confusione inquietante intervallata da figure umane e nature morte: tutto questo e molto altro è l’opera The Paston Treasure, recentemente analizzata dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Proprio quell’inquietudine data dalle strane sfumature di colore e dal sovraffollamento dell’immagine hanno guidato gli scienziati verso una scoperta misteriosa.

 

The Paston Treasure è un olio su tela realizzato nel 1663 e conservato presso il Norwich Castle Museum & Art Gallery, nel Regno Unito. L’opera fu commissionata da Sir William Paston, rappresentante di una nobile famiglia proprietaria di terre, a un pittore fiammingo itinerante di cui non si conosce l’identità. Al primo sguardo colpisce la ricchezza descritta dalle pennellate dell’artista: un’opulenta collezione di oggetti in cui possiamo riconoscere anche alcune nature morte, evidente allegoria della caducità della vita. Stupisce anche la dimensione del dipinto: ben 2,40 metri di lunghezza e 1,65 metri di altezza. Una sfida per gli scienziati chiamati ad analizzarla.

ThePastonTreasure

 

The Paston Treasure, olio su tela, artista sconosciuto appartenente alla scuola fiamminga (ca. 1663), Norwich Castle Museum & Art Gallery, Norwich, Regno Unito

 

Quali tecnologie sono state adoperate per esaminare l’opera e perché? La fluorescenza a raggi X è stata la via per indagare la strana composizione adottata dall’artista fiammingo e il probabile viraggio dei colori. Il team di ricercatori dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN e dell’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali (IBAM) del CNR, giunto per l’occasione a Norwich, ha analizzato la grande tela con uno speciale scanner a raggi X, il Landis-X.

 

Landis-X è un sistema mobile di fluorescenza X a scansione ultra-rapida, capace di fornire immagini della distribuzione dei pigmenti sulla superficie pittorica ad elevatissima risoluzione (fino a 30 micron, circa lo spessore di un capello) a conservatori e storici dell’arte. Quale mistero è celato nello strato pittorico? Una precedente radiografia aveva già svelato la presenza di una figura femminile nella parte destra dell’opera. La nuova scansione ha contribuito a fare chiarezza sull’enigma della donna e sulla tavolozza del pittore che, con il tempo, ha perso le caratteristiche originali.

 

The Paston Treasure Ricostruzione

 

Ricostruzione del dipinto The Paston Treasure realizzata sulla base delle immagini raccolte con Landis-X

 

La donna, ritratta con un vestito rosso e un’acconciatura ornata da foglie, potrebbe essere una persona realmente esistita o una figura allegorica. Nel primo caso la probabile candidata potrebbe essere Lady Margaret Paston, seconda moglie del committente del dipinto. Per quanto riguarda la tavolozza dei colori, quali informazioni sono state raccolte? I pigmenti utilizzati sono quelli del periodo fiammingo: smalto a base di cobalto, resinato di rame, rosso vermiglio, giallo di stagno, orpimento e ocre. Le sfumature rosse e gialle hanno subito alcune alterazioni nel corso degli anni e l’aspetto attuale dell’opera mostra vermigli meno vivi e tinte più spente di quelle che un osservatore del XVII secolo avrebbe potuto attestare.

 

Se siete curiosi e volete conoscere meglio la storia di The Paston Treasure, qui troverete un breve documentario – intitolato “The Paston Treasure: Un dipinto come nessun altro” – realizzato con le immagini dell’indagine diagnostica.

 

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Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna.
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