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21 Mar 2016

The Dating Saga IV: l’Archeomagnetismo

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni
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Negli ultimi anni abbiamo spesso sentito parlare, in maniera a volte allarmante, dell’inversione dei poli magnetici del nostro Pianeta. La riduzione dell’intensità del campo magnetico terrestre – come è spiegato in questo comunicato stampa dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (http://www.ingv.it/ufficio-stampa/stampa-e-comunicazione/archivio-comunicati-stampa/comunicati-stampa-2014/inversione-di-polarita-magnetica-in-meno-di-un-secolo/) – che solitamente accompagna le inversioni di polarità, potrebbe infatti influenzare il funzionamento di sistemi satellitari e delle reti di distribuzione dell’energia elettrica. Perché parliamo di questo oggi su “Scienza e beni culturali”? La variazione del campo magnetico della Terra nei secoli e un fenomeno fisico legato ad alcuni minerali possono essere adoperati per datare manufatti archeologici. Questo post è dedicato all’archeomagnetismo.

 

L’immagine rappresenta il campo magnetico della Terra. Il nostro Pianeta può essere considerato come un dipolo magnetico. È un sistema costituito da due “cariche o masse magnetiche” uguali e di segno opposto con poli magnetici non coincidenti con quelli geografici e con asse inclinato di 11,5° rispetto all’asse di rotazione terrestre. Il campo magnetico generato può mutare. Le sue variazioni temporali possono avvenire in intervalli di tempo differenti, da pochi secondi a milioni di anni. I fenomeni più lenti, chiamati variazioni secolari, hanno la loro origine nelle dinamiche interne al pianeta. Fonte: www.nasa.gov

 

Negli ultimi anni abbiamo spesso sentito parlare, in maniera a volte allarmante, dell’inversione dei poli magnetici del nostro Pianeta. La riduzione dell’intensità del campo magnetico terrestre – come è spiegato in questo comunicato stampa dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (http://www.ingv.it/ufficio-stampa/stampa-e-comunicazione/archivio-comunicati-stampa/comunicati-stampa-2014/inversione-di-polarita-magnetica-in-meno-di-un-secolo/) – che solitamente accompagna le inversioni di polarità, potrebbe infatti influenzare il funzionamento di sistemi satellitari e delle reti di distribuzione dell’energia elettrica. Perché parliamo di questo oggi su “Scienza e beni culturali”? La variazione del campo magnetico della Terra nei secoli e un fenomeno fisico legato ad alcuni minerali possono essere adoperati per datare manufatti archeologici. Questo post è dedicato all’archeomagnetismo.

 

L’archeomagnetismo permette di datare un focolare o un’area contenente terra bruciata adoperando il campo magnetico terrestre. Questo metodo è basato sul magnetismo termorimanente dei minerali contenenti ferro – ad esempio ossidi di ferro, proprio quelli dell’ago di una bussola – largamente presenti nelle argille e in suoli argillosi. Cosa significa termorimanente? In ceramiche non riscaldate la direzione di magnetizzazione dei grani singoli di ematite (Fe2O3) e magnetite (Fe3O4) è casuale ma, quando l’argilla è riscaldata ad alte temperature, la direzione di magnetizzazione cambia. I cristalli vengono magnetizzati in direzione parallela al campo magnetico terrestre. Raffreddandosi quell’orientazione magnetica rimane ferma: è questo che noi definiamo magnetizzazione termorimanente.

 

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Schema illustrativo del magnetismo termorimanente. Fonte: www.museum.state.il.us

 

Per datare è necessario misurare sia la direzione sia l’intensità del magnetismo termorimanente. È così che si determinerà la data dell’evento riscaldante. La direzione del magnetismo è definita in termini di declinazione (l’angolo tra il nord magnetico e il nord geografico) e di inclinazione (l’angolo tra la direzione del campo magnetico e il piano orizzontale). È fondamentale che la direzione misurata sia confrontata con una curva della variazione secolare costruita a partire da materiale di età nota.

 

Curiosi di scoprire le applicazioni dell’archeomagnetismo? Allora vi aspetto qui su www.saperescienza.it il 4 aprile. Buona Pasqua a tutti voi e a presto!

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna.
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