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22 Ott 2018

The Everlasting Butterfly: storia di una farfalla venuta da lontano

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni
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Il buio ci accoglie in sala e veniamo immersi in un’atmosfera fuori dallo spazio e dal tempo, proiettati in una dimensione passata in cui la musica, la danza tra luci e ombre e la voce sapiente del narratore, raccontano una storia conosciuta da pochi, una vicenda in cui si mescolano geologia, entomologia, evoluzione e umanità. Questa è la storia di una farfalla, per l’esattezza una falena, la Brahmaea europaea, un vero e proprio fossile vivente ancora presente nel territorio del Vulture, in Basilicata, portata in scena nello spettacolo “The Everlasting Butterfly”, realizzato dall’associazione Vulcanica in collaborazione con la Compagnia Teatrale L’Albero e l’associazione Liberascienza.

Il buio ci accoglie in sala e veniamo immersi in un’atmosfera fuori dallo spazio e dal tempo, proiettati in una dimensione passata in cui la musica, la danza tra luci e ombre e la voce sapiente del narratore, raccontano una storia conosciuta da pochi, una vicenda in cui si mescolano geologia, entomologia, evoluzione e umanità. Questa è la storia di una farfalla, per l’esattezza una falena, la Brahmaea europaea, un vero e proprio fossile vivente ancora presente nel territorio del Vulture, in Basilicata, portata in scena nello spettacolo “The Everlasting Butterfly”, realizzato dall’associazione Vulcanica in collaborazione con la Compagnia Teatrale L’Albero e l’associazione Liberascienza.

 

Perché questo piccolo lepidottero è così speciale? La Bramea europea (Acanthobrahmaea europaea) è un essere antico, che abita nel nostro Pianeta, sul Vulture, nella zona dei laghi di Monticchio, da ben 26 milioni di anni: dal Miocene ai giorni nostri ha vissuto sconosciuta a tutti nelle fredde e stellate notti lucane fino al 1963. È il conte altoatesino Friedrich Graf Hartig, entomologo e uomo bizzarro, fondatore dell’Istituto Nazionale di Entomologia, ad aver scoperto questo tesoro di biodiversità. Dopo aver viaggiato in tutto il mondo ed essere riuscito a raccogliere 60.000 specie rare, arrivò in Basilicata negli anni ’60, e si trasferì nell’area del monte Vulture, a Monticchio, dove riuscì a osservare questa falena, una specie endemica, ossia esclusiva di uno specifico territorio.

 

The Everlasting Butterfly Hartig

 

Il ritrovamento fu sicuramente sensazionale in quanto, pur esistendo circa una decina di specie della famiglia Brahmaeidae, le più vicine al territorio italiano risultano essere in India, Taiwan, Nepal, Cina. Una ricchezza da preservare a tutti i costi per il Vulture, infatti, nel 1971, il Ministero per l’Agricoltura e le Foreste istituì la Riserva Naturale di “Grotticelle” – Monticchio, la prima riserva interamente dedicata alla protezione di una farfalla e del suo habitat.
La storia di Hartig e di questo straordinario fossile vivente è stata studiata e raccontata con un linguaggio chiaro e allo stesso tempo poetico e coinvolgente in “The Everlasting Butterfly”. Attraverso questo spettacolo, due realtà di riferimento per il territorio lucano nel campo del teatro e della musica, l’associazione Vulcanica e la Compagnia Teatrale L’Albero, hanno divulgato l’importanza, la bellezza e l’universalità della storia del Vulture e di Monticchio, uno dei luoghi più suggestivi della Basilicata, da proteggere e restituire nel modo migliore alle comunità che lo abitano.

 

“The Everlasting Butterfly” è diretto da Vania Cauzillo su testi di Pierluigi Argoneto, con l’adattamento drammaturgico di Mattia Di Pierro, musiche originali scritte da Vincenzo Paolino e Daniele D’Alessandro, scene e atmosfere luminose affidate a Donato Zaccagnino. In scena lo stesso Vincenzo Paolino al pianoforte, Pierangelo Lapadula al sintetizzatore e l’attore Gino Marangi. Aggiunge ulteriore poesia e contenuto la parte della pièce legata al teatro delle ombre, le cui sagome sono state realizzate da Domenico Colucci, archeologo e divulgatore.

 

TheEverlastingButterfly Locandina

 

Come già accennato, la musica è una delle componenti dell’opera che riescono maggiormente a toccare le corde dell’emotività degli spettatori. Vincenzo Paolino, compositore e pianista in “The Everlasting Butterfly”, a tal proposito ha commentato: “Le musiche dello spettacolo hanno una concezione classica e lineare, con melodiose armonie che ricalcano lo stile di composizione per immagini. Volevamo ricreare una certa poetica e insieme una fragilità di fondo come è poi la storia della Bramea. Al loro interno è racchiusa tutta la malinconia e la nostalgia dei luoghi dove essa vive, che vanno a ricreare l’alba o il tramonto sui laghi di Monticchio o il ritmo dell’antico vulcano spento. È per certi tratti una musica giocosa, che tende a imitare il volo della farfalla, e a volte notturna proprio per ricreare lo spazio temporale dove la nostra protagonista vive. Da questa esperienza nasce il gruppo The Violet Clouds, che presto inciderà tutto il materiale composto. Le principali fonti di ispirazione sono senza ombra di dubbio le atmosfere di David Sylvian, Ryuichi Sakamoto e Joe Hisaishi”.

Vania Cauzillo, regista di “The Everlasting Butterfly”, ci ha parlato dei suoi obiettivi nella realizzazione dello spettacolo e del teatro come strumento per divulgare temi legati alla scienza e al territorio: “Per la realizzazione di questo spettacolo, come regista, mi ero posta tre sfide: trovare nella storia di una farfalla qualcosa che facesse vibrare l’universale e sentimenti umani nello spettatore; portare in scena qualcosa che prendesse vita con il linguaggio del teatro senza aiuto della tecnologia e trasporre una parte della divulgazione scientifica in un linguaggio poetico.
Così, l’uso delle ombre mi è servito per immaginare una vita notturna, per portare in scena – al negativo direi – la vita brevissima eppure così affascinante di un esserino vivente. Ho lavorato sulla storia e su quello che doveva essere il luogo della ricerca dell’uomo per entrare in contatto con l’eccitazione della scoperta.
Perché usare il teatro e la scienza per valorizzare un territorio? Perchè per la scienza non si riesce ancora a creare un senso di appartenenza come più facilmente succede con la storia e l’arte. E invece l’indagine scientifica sulla natura, sul paesaggio, può creare una consapevolezza profonda e grande coinvolgimento. In questo il teatro resta una strumento potentissimo per parlare a tutti, tanti e in maniera efficace”.

 

Lo spettacolo, che rientra nel progetto del Comune di Rionero in Vulture “La Brahmaea Europaea: The Everlasting Butterfly” sulla valorizzazione del patrimonio culturale immateriale finanziato dalla Regione Basilicata, è già andato in scena in tre diversi comuni lucani: a Potenza, il 12 ottobre, in occasione del Festival della Divulgazione; a Rionero in Vulture, il 15 ottobre, presso il Liceo “Giustino Fortunato”; il 17 ottobre, a Matera, negli spazi di IAC – Centro Arti Integrate.

 

Non ci resta che aspettare le repliche di questa meravigliosa finestra spazio-temporale che ci permetterà di conoscere la Brahmaea europaea, una strana farfalla venuta da lontano.

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna.
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