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03 Mag 2023

Armocromia: scienza o moda per pochi?

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Il significato dei colori

I colori hanno affascinato l’umanità fin dai tempi più remoti. Prova ne è che ai vari colori è stato frequentemente attribuito un significato simbolico. Significato che però, è bene sottolinearlo, non è affatto universale, ma dipende fortemente dal contesto culturale. Così, ad esempio, in Occidente al lutto viene associato il nero, mentre in Cina e in India viene associato il bianco (ricordiamo, per inciso, che bianco e nero non sono colori propriamente detti).

 

L’uso dei colori come terapia

In passato vi è stato anche qualcuno che ha pensato che i colori potessero avere un effetto terapeutico. Ad esempio, nel 1861, in America, un generale di nome Augustus J. Pleasonton maturò la convinzione secondo la quale la luce del Sole, filtrata attraverso vetri blu, acquistava proprietà curative. E, nel 1871, pubblicò pure un libro dal titolo The influence of the blue ray of the sunlight and the blue color of the sky (L’influenza del raggio blu del sole e del colore blu del cielo) che venne stampato su carta blu.

Un certo dott. Seth Pancoast di Filadelfia lo imitò pubblicando un libro dal titolo Blue and red light (Luce blu e rossa), stampato in caratteri blu su carta bianca con bordo rosso, sostenendo che entrambi questi colori avessero una loro specificità terapeutica. In seguito vennero proposte altre iniziative simili, ma nessuno ha mai dimostrato l’efficacia terapeutica dei colori e la cromoterapia resta quindi una tipica pseudoscienza.

Anche la psicologia dei colori, intesa come analisi dello stato d’animo di un soggetto in base alla sua preferenza dei colori (test di Lüscher), come tutti i test proiettivi, ha basi scientifiche ben poco solide.

 

Armocromia: il colore più adatto per ognuno

Tra le discipline legate ai colori una delle ultime arrivate è l’armocromia. Pur esistendo da diverso tempo, il termine è divenuto improvvisamente popolare dopo l’intervista rilasciata a Vogue Italia dalla neo-segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. La Schlein ha infatti affermato di avvalersi dei consigli di una armocromista per scegliere il proprio abbigliamento.

L’armocromia è la disciplina che studierebbe, in modo accurato e oggettivo, i colori che caratterizzano ogni individuo (pelle, occhi e capelli). Questo consentirebbe di individuare il gruppo tonale di ogni soggetto, ciascuno identificato dal nome di una stagione. In base al gruppo tonale e alle eventuali sottovarianti, si riuscirebbe poi a definire quali sono i colori che meglio si addicono a ciascun soggetto, sia per quanto riguarda gli abiti che per i cosmetici.

In Italia l’armocromia è stata introdotta soprattutto da una influencer e imprenditrice di cui indichiamo solo le iniziali (R.M.) per evitare di farle pubblicità gratuita. Autrice di libri, organizzatrice di corsi e costosa consulente di immagine, R.M. ha creato un bel business e in diversi hanno seguito le sue orme, compresa l’armocromista che cura l’immagine della segretaria del PD.

 

Perché l’armocromia non è una scienza

Che dire? Niente di male, naturalmente. Ognuno spende i propri soldi come meglio crede e ognuno è libero di trovare modi per guadagnarli, purché legittimi. L’importante è essere onesti e non considerarla una scienza come, ahimè, qualcuno comincia incautamente a fare.

La scienza, per sua natura, cerca infatti di superare le opinioni individuali. Nell’armocromia invece non solo esistono diverse scuole di pensiero, ma le valutazioni sono inevitabilmente soggettive come pure la scelta degli abbinamenti dei colori. In teoria, forse, si potrebbero anche organizzare rigorosi protocolli per verificare la validità delle affermazioni dell’armocromia. Ad esempio, sottoponendo i soggetti “trattati” al giudizio di campioni di valutatori indipendenti. Oppure confrontando i responsi espressi da armocromisti differenti sugli stessi soggetti. Ma finché questi test non verranno realizzati e non forniranno risultati positivi e statisticamente significativi, limitiamoci a considerare l’armocromia una semplice moda, ahimè riservata a pochi abbienti.

Silvano Fuso
Silvano Fuso
Socio del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), docente di chimica e autore di numerosi libri di successo, Silvano Fuso è uno dei più noti divulgatori scientifici italiani. A lui è stato intitolato l’asteroide 2006 TF7, in orbita tra Marte e Giove. Per Dedalo ha pubblicato: Scienza, pseudoscienza e fake news, Pinocchio e la scienza e I nemici della scienza
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