Le origini della festa di Halloween
«Solo il coltello sa cosa succede nel cuore di una zucca» afferma la romanziera francese Simone Schwarz-Bart. Ed è proprio nell’arte di intagliare questi ortaggi arancioni che risiede il cuore pulsante della festa di Halloween, nata in Irlanda e diffusa nel corso del tempo in gran parte del mondo, soprattutto in Occidente. La parola Halloween deriva da “All Hallows’ Eve”, che in inglese antico significava la vigilia di Ognissanti, ovvero il 31 ottobre.
La zucca di Halloween, chiamata dagli americani Jack ’o lantern, prende il suo nome da Jack, un fabbro irlandese ubriacone che secondo una leggenda riuscì ripetutamente a ingannare il diavolo. Dopo la sua morte, essendo stato in vita un gran peccatore, gli fu negato l’accesso al Paradiso, cosicché fu costretto a vagare da morto nel mondo dei vivi, con una fiamma impossibile da spegnere, posizionata all’interno di una rapa. Secondo la leggenda, durante la notte di Halloween Jack vaga alla ricerca di un rifugio e gli abitanti devono appendere fuori casa una rapa-lanterna per indicare che lì non c’è posto per lui. Questa festa poi si diffuse negli Stati Uniti e la rapa fu sostituita dalla zucca perché più facile da intagliare e da trovare in quei Paesi.
La zucca di Halloween non è soltanto un riferimento alla leggenda di Jack l’ubriacone (i volti rappresentati sulla zucca spesso sono sorridenti, proprio a voler ricordare il personaggio temerario e spavaldo contro il diavolo), ma simboleggia anche l’esorcizzazione della paura che l’uomo potrebbe nutrire nei confronti dell’inconscio. La ragione, che nella leggenda risiede nella capacità di Jack di ingannare il diavolo per salvarsi, diventa, in un contesto morale, uno sprono a non temere l’inconscio in quanto tale.
La zucca e il falso mito sulla vitamina A
Non è un caso la scelta della zucca in questa stagione, poiché tra settembre e novembre inizia la sua raccolta. Questo ortaggio appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee e possiede specie diverse per forma, consistenza della polpa e colore; è originario dell’America Centrale ed è stato in seguito importato in Europa nel XVI secolo dai coloni spagnoli.
Il suo colore arancione è dato dalla presenza di carotenoidi, una classe di pigmenti organici, esistenti in più di 600 tipi e suddivisi principalmente in caroteni (idrocarburi privi di ossigeno) e xantofille (contenenti ossigeno). Uno di questi è il beta-carotene, che andando incontro a degradazione ossidativa produce dei polieni chiamati apocarotenoidi, tra cui la vitamina A (retinolo).
Sostenere che la zucca sia ricca di vitamina A è dunque un’affermazione errata! Carote, zucche, patate arancioni, pomodori (ma anche spinaci e insalata, il cui pigmento arancione è mascherato dal verde della clorofilla) sono fonti di beta-carotene che è un precursore della vitamina A.
La vitamina A in forma attiva è presente nei cibi animali (come pesce e tuorlo d’uovo) e interviene nel meccanismo della vista, nel differenziamento cellulare e nello sviluppo del feto in gravidanza.
I carotenoidi: alleati per la nostra salute
Dioscoride e Plinio definirono la zucca “refrigerio della vita umana, balsamo dei guai”. Nonostante siano passati millenni, questa affermazione potrebbe essere ancora attuale. Il suo apporto calorico è di solo 18 Kcal per 100 grammi di prodotto, grazie alla sua ingente quantità di acqua all’interno (circa il 94,5%). Possiede inoltre il 3,5% di carboidrati, l’1,1% di proteine, e lo 0,1% di grassi.
I carotenoidi sono molto promettenti per il nostro futuro alimentare. In un’epoca caratterizzata dal riuso, la strada verso i fitochimici, supportata dalla ricerca scientifica, potrebbe essere infatti molto produttiva. Uno studio elvetico e olandese del 2018, appartenente agli Archives of Biochemistry and Biophysics, dimostra gli effetti benefici di alcuni carotenoidi come ad esempio la riduzione della degenerazione maculare, l’incremento delle funzioni cognitive e cardiovascolari, e la prevenzione dell’insorgenza di alcuni tipi di cancro.
Un altro recente studio evidenzia invece il contributo che svolgono i carotenoidi nella prevenzione dell’obesità. La produzione di vitamina A risulta infatti un potente regolatore dello sviluppo del tessuto adiposo.
Sebbene non siano messi in discussione i benefìci di questi composti, i risultati di molti studi sono ancora però contrastanti.
Sono passati quasi cento anni da quando il chimico svizzero Paul Karrer vinse il premio Nobel per la Chimica, nel 1937, per aver isolato la vitamina A (retinolo) dimostrando che essa deriva dal carotene, ma c’è ancora tanto da studiare su questo composto invisibile che abbonda in autunno sulle nostre tavole.
E forse, dovremmo guardare con altri occhi la zucca di Halloween che ci sta fissando sorniona nel soggiorno…

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