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03 Dic 2020

Collassa il telescopio di Arecibo

Patrizia Caraveo

Patrizia Caraveo
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Per decenni, il telescopio di Arecibo è stato una iconica presenza nell’isola di Puerto Rico.
Una rete metallica di forma parabolica dal diametro di 305 metri, appoggiata in una vallata naturale nella foresta, lo ha reso lo strumento più grande del mondo fino all’entrata in funzione del radiotelescopio cinese da 500 metri. Le onde radio, riflesse dalla parabola, venivano misurate dagli strumenti alloggiati in una piattaforma del peso di 900 tonnellate sostenuta a 137 metri di altezza da grandi cavi ancorati a tre alte torri.

 

La storia del telescopio

Oltre ad essere un importante strumento scientifico, il radiotelescopio di Arecibo era entrato nell’immaginario collettivo attraverso film come GoldenEye (il 17esimo della serie James Bond) e Contact.  
Nel 2017 il radiotelescopio aveva superato senza danni il terribile uragano Maria.  
Dopo un periodo difficile a causa del taglio ai finanziamenti, nel 2018 il telescopio aveva trovato un nuovo equilibrio finanziario. Nel dicembre del 2019 era sopravvissuto a una serie di terremoti, ma nel 2020 ha ceduto all’usura del tempo.

 

 

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I problemi che hanno portato al crollo

Il primo problema strutturale si è verificato il 10 agosto quando uno dei maxi cavi (diametro di 9 cm) che sostengono il ricevitore si è rotto e ha “frustato” la struttura della parabola appoggiata su una depressione naturale in mezzo alla foresta lussureggiante. I danni sembravano seri, ma riparabili ed erano iniziate le ispezioni per decidere come intervenire per rimpiazzare il cavo di sostegno del ricevitore che rimaneva sostenuto da altri maxi cavi.
Ci si preoccupava, ovviamente, della sicurezza del personale che sarebbe dovuto intervenire, ma si confidava che i cavi fossero in grado di sostenere il peso della piattaforma sospesa che ospita tutti i ricevitori del telescopio.
Questo sarebbe stato vero con i cavi in buono stato però, evidentemente, l’età, insieme al clima umido dell’isola, deve avere compromesso l’integrità dei cavi perché il 9 novembre un secondo cavo si è spezzato, mettendo in pericolo la struttura.
La decisione, sofferta ma inevitabile, di iniziare lo smontaggio della iconica struttura, nota per i suoi importantissimi contributi scientifici ma anche per la ricerca dei messaggi di ipotetiche civiltà extraterrestri, è stata annunciata il 19 novembre. Mentre ci si chiedeva come procedere in sicurezza, l’usura del tempo ha accelerato i tempi e, la mattina del 1 dicembre, la piattaforma di 900 tonnellate sospesa a 137 metri di altezza è collassata (qui un video del telescopio prima e dopo il collasso https://www.nbcnews.com/video/aerial-video-shows-damage-after-arecibo-radio-telescope-collapses-96966213882) mettendo la parola fine a una gloriosa avventura scientifica durata 57 anni.

Patrizia Caraveo
Patrizia Caraveo
È Dirigente di Ricerca all'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Dal 1997 è Professore a contratto dell’Università di Pavia, dove tiene il corso di Introduzione all’Astronomia. Astrofisica di fama mondiale, nel 2009 è stata insignita del Premio Nazionale Presidente della Repubblica. Come membro delle collaborazioni Swift, Fermi e Agile ho condiviso per tre volte con i colleghi il Premio Bruno Rossi della American Astronomical Society nel 2007, 2011 e 2012. Nel 2014 è entrata nella lista degli Highly Cited Researchers. Fa parte del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica e delle 100 donne contro gli stereotipi. È Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Per Dedalo ha pubblicato Il cielo è di tutti (2020).
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