Lo Hubble Space Telescope è uno dei satelliti più iconici della NASA, ma è in orbita da oltre 30 anni (è stato lanciato il 24 aprile del 1990) e l’ultima missione di manutenzione l’ha raggiunto nel 2009. Poi la NASA ha mandato in pensione lo Shuttle e non c’è più stato modo di raggiungere il telescopio spaziale, che comincia a sentire gli acciacchi dell’età.
I malfunzionamenti dell’ultimo periodo
Il 13 giugno il computer che gestisce tutti gli strumenti ha rivelato qualche anomalia e, secondo il protocollo applicato da tutti i satelliti, ha spento tutto e ha messo il satellite in safe mode. In questo modo, tutto è in sicurezza ma le attività sono sospese. In casi del genere, si pensa di solito che una particella cosmica abbia colpito un registro del computer alterando il valore (0 o 1) di qualche bit e facendo pensare alla macchina che ci sia un guasto. I tecnici, constatato che niente sembrava avere problemi prima dello shut down, hanno cercato di far ripartire il computer. La manovra, però, non ha funzionato e nemmeno i tentativi di utilizzare altre schede di memoria (a bordo ce ne sono tre) hanno dato i frutti sperati.
Il malfunzionamento era più profondo: per capire dove poteva annidarsi, occorreva rivedere lo schema del computer di bordo, progettato negli anni ’80 per essere pronto al lancio nel 1990.
La NASA si è vista costretta a chiamare a raccolta gli ingegneri che avevano lavorato decenni fa al computer di bordo di Hubble, chiedendo l’aiuto anche di quelli già in pensione. Nessuno si è tirato indietro, sono stati spolverati vecchi manuali, scritti prima del lancio, e tutti hanno frugato nella memoria. Intervenire su un computer che lavora da 31 anni non è uno scherzo.
Hubble is back!
Alla fine, si sono convinti che la colpa doveva essere della power supply unit (che forse non produce la potenza richiesta oppure ha qualche sensore che non funziona) all’interno della Science Instrument Command and Data Handling (SIC&DH) unit e hanno deciso che bisognava adottare una soluzione draconiana – e potenzialmente rischiosa – passando tutto il sistema sull’unità SIC&DH ridondata, assolutamente identica all’altra e dotata di una power supply unit indipendente.
Visto che la scatola originale non aveva mai fatto capricci, quella di scorta non era mai stata utilizzata. È stato necessario un accurato lavoro di preparazione a terra per essere sicuri di avere la sequenza di comandi corretta per passare tutti i sistemi sulla nuova unità e minimizzare i rischi di una manovra mai provata.
Il 16 luglio l’attesa è finita con il messaggio intitolato Hubble is back. La nuova unità parlava con tutti gli strumenti ed è stato possibile riprendere le operazioni interrotte.
Le prime osservazioni della rinascita sono state dedicate a una splendida coppie di galassie in interazione e a una galassia a spirale molto più grande della Via Lattea con ben tre bracci.
Credits: Science: NASA, ESA, STScI, Julianne Dalcanton (UW) Image processing: Alyssa Pagan (STScI)
Speriamo che il telescopio continui a funzionare e auguriamoci che il problema non si ripeta, dato che il jolly è stato giocato e a bordo non ci sono altre soluzioni di back up. Intanto, godiamoci le immagini che il telescopio spaziale ci regala!
Immagine di copertina: Credits: NASA/Smithsonian Institution/Lockheed Corporation