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12 Lug 2022

La prima foto scattata dal James Webb Space Telescope

Patrizia Caraveo

Patrizia Caraveo
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Il James Webb Space Telescope (di cui abbiamo già parlato qui e qui) ha terminato le procedure per allineare i suoi specchi e verificare il funzionamento degli strumenti ed è ora pronto a iniziare la sua attività di osservazione dell’Universo.
Per festeggiare il passaggio dalla fase di verifica a quella operativa la NASA aveva deciso di mostrare al mondo le prime immagini raccolte dal telescopio.
Da settimane era stato annunciato che la data fatidica sarebbe stata il 12 luglio ma il giorno prima, con un colpo di scena, è stato notificato che l’Amministratore della NASA Bill Nelson sarebbe andato alla Casa Bianca per incontrare il Presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris, portando in dono la prima immagine di JWST.

 

L’immagine di SMACS 0723

Per dimostrare la straordinaria capacità del suo nuovo strumento, la NASA ha scelto l’immagine di SMACS 0723, un ammasso di galassie la cui massa amplifica, moltiplica e distorce la luce emessa da galassie più lontane (foto in copertina).
L’immagine è certamente la più profonda visione di una minuscola porzione del nostro Universo. Ad eccezione delle poche stelle, facilmente riconoscibili dalla struttura a sei punte prodotta dai telescopi esagonali che compongono lo specchio primario, l’immagine contiene un numero sterminato di galassie, le più deboli delle quali hanno emesso la loro luce 13 miliardi di anni fa.

 

Una foto della lente gravitazionale

L’effetto lente gravitazionale trasforma le galassie di sfondo (più rosse perché più lontane, in un effetto cromatico introdotto dagli artisti che trasformano immagini ottenute a diverse lunghezze d’onda in infrarosso – quindi senza colori – in immagini in falsi colori) in archi di cerchio centrati sull’ammasso di galassie. Osservando con attenzione, si vedono una serie di questi archetti, più o meno brillanti, spesso dovuti alla moltiplicazione dell’immagine della stessa galassia, che sembrano ripetersi all’infinito, come in un gioco di specchi.
Assolutamente straordinario il particolare visibile nella parte destra in alto, verso il quale sembra puntare il raggio della brillante stella centrale. Si vede una galassia rossastra che si avvolge intorno a una più chiara certamente appartenente all’ammasso. La galassia distorta mostra una struttura, quindi è probabilmente una galassia a spirale, mentre la galassia responsabile della distorsione è una bella ellittica. L’immagine dimostra quanto sia efficace la gravità nel deviare la traiettoria della luce.

 

Il confronto con Hubble


copyright NASA

Particolarmente illuminante il confronto con l’immagine ottenuta dallo Hubble Space Telescope (qui una animazione), che ha un diametro di tre volte inferiore a JWST, e lavora in ottico e non in infrarosso. La differenza c’è e si vede benissimo.

Immagine di copertina: copyright NASA/ESA/CSA/STScI

Patrizia Caraveo
Patrizia Caraveo
È Dirigente di Ricerca all'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Dal 1997 è Professore a contratto dell’Università di Pavia, dove tiene il corso di Introduzione all’Astronomia. Astrofisica di fama mondiale, nel 2009 è stata insignita del Premio Nazionale Presidente della Repubblica. Come membro delle collaborazioni Swift, Fermi e Agile ho condiviso per tre volte con i colleghi il Premio Bruno Rossi della American Astronomical Society nel 2007, 2011 e 2012. Nel 2014 è entrata nella lista degli Highly Cited Researchers. Fa parte del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica e delle 100 donne contro gli stereotipi. È Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Per Dedalo ha pubblicato Il cielo è di tutti (2020).
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